
La pittura di Gianfranco Gatto si inserisce nella corrente metafisica surrealista di cui l'artista ha assimilato perfettamente gli stilemi linguistici e li usa sapientemente; tuttavia ha rielaborato le correnti artistiche di riferimento capovolgendone i termini e piegandole così alle esigenze del Suo mondo poetico realizzando nel contempo un' operazione culturale ed artistica di notevole spessore. Nel saggio del 1916 "Noi metafisici" De Chirico puntualizza che la parola "metafisica" non deve essere fraintesa e far pensare a ciò che si trova oltre le cose fisiche in una sorta di vuoto nirvanico; la metafisica é invece nelle cose fisiche, nel mutismo degli oggetti reali, nella loro estraneità all'uomo-manichino che va interpretato come assenza dell'uomo a se stesso.Il surrealismo di Breton pone in valore i meccanismi percettivi immediati della coscienza umanaal sogno e la memoria, non supportati dalla ragione dialettica quindi esultando dalla logica del ragionamento. Sono questi presupposti che Gian franco Gatto contesta e capovolge. Egli non si arrende alla assenza del metafsico né vuole rinunciare al ragionamento ed all'intervento dell'artista nella Storia; infatti Gianfranco Gatto ha sviluppato la capacità di porci, mediante la metafora e il simbolo, dinanzi ai drammi del nostro tempo donandoci una autentica possibilità di riflessione su di essi.I manichini di Gianfranco Gatto sono senza occhi né bocca né naso né orecchie, sono la personificazione dell'uomo universale a cui il potere toglie l'anima ovvero il volto; ma a ciò l'artista si ribella e con la sua coscienza critica addita gli orribili misfatti del potere: guerra, povertà, sfruttamento dell'uomo sull'uomo.Pur nella sua complessità, dalla pittura di Gianfranco Gatto possiamo enucleare alcune costanti che la caratterizzano. Lo spazio é cosmico, inquietante e misterioso in esso sono inseriti oggetti noti ma decontestualizzati affinché si carichino di un forte significato simbolico, ognuno di essi é visto da un proprio punto di vista così che nella loro contrapposizione ne venga esaltata la forza dialettica. Lo spettatore viene sbalzato fuori dalla realtà quotidiana, trascinato in una dimensione parallela fatta di atemporalità che acuisce le percettività del fruitore nel cogliere l'ordine semantico fra i messaggi che l'opera veicola.Costante iconografica della pittura di Gatto é la figura femminile opulenta e feconda, fonte della vita e del perpetuarsi della speranza di un futuro di felicità in eterna contrapposizione al potere e alle angosce che genera. Ma é la qualità coloristica della pittura di Gatto che la rende vitalistica, coinvolgente e comunicativa mediante l'uso di una vasta gamma deposti e lavorati sulla tela col naturale talento di un artista autentico".
Vito Mario Laruccia
... Gianfranco Gatto incuriosisce lo spettatore delle sue scene di vita vissuta e perduta, lo accompagna fino alla retrospettiva dei valori espressi e denunciati, fìno a,farne un attento osservatore capace a distanza di decontestualizzare gli oggetti attentamente rilevati nella complessità dello spazio, oggetti che divengono simboli di quei valori... "
Salvatore Catapano
"Nell'arte sublime di Gianfranco Gatto c'è l'isola beata di Youkalv, l'ultima spiaggia di Gulliver, la terra vergine di nessuno ed il paradiso agognato da tutti...
Gianni Latronico
La dimensione pittorica di Gianfranco Gatto trova sua consistenza simbolica grazie ad un linguaggio meditato ed esortativo. L'elemento surreale si concretizza in composizioni cromatiche dalla possente declinazione tonale e dalla perspicace verve descrittiva. Simbologia incaricata dall'artista tarantino a custodire profondi significati esistenziali ancorati all'essenza di un'anima sensibile e,fragile. Sensibilità riscontrabile in talun opera del maestro, la cui dialettica stilistica tende ad oltrepassare i limiti oggettivi del surrealismo riappropriandosi di tanta sana necessità comunicativa ".
Sandro Serradifalco
Gatto si esprime per simbologie, azzarda metafore ardite, ne connota i significati e poi se ne discosta, per non smarrirsi in pedagogismi e in didascalici ammiccamenti. L'Artista rivendica la libertà d'espressione, segnala e suggerisce riflessioni, non effettua proclami e lascia aperta la sua problematica al confronto e all'ampliamento della fruizione.
G. Amodio - Taranto 1996
I contrasti accesi, le tonalità forti, le immagini che si stagliano contro una scenografia sempre diversa, sempre ricercata, sono il risultato della metafora, sono la rivisitazione dei valori e di principi, ma anche la provocazione fatta pittura. E la pittura di Gatto è provocante. I volti senza volto di donne e uomini sono la metafisica stessa. E partono alla ricerca di una lettura, di una interpretazione come un veliero in piena notte alla ricerca dell'approdo nel mare ora quieto ora in tempesta dell'animo umano
P.Bruni - Taranto 1995
La tematica di Gianfranco Gatto é tutta una denuncia eloquente dei mali che questa umanità ricalca giorno per giorno sulla materia e sullo spirito nella cieca e costante corsa verso l'autodistruzione. E l'artista con un linguaggio surrealista e simbolico, chiaro, con una variegata gamma di colori personalissimi, ora dolcemente morbidi, ma vibranti, esprime con la voce dell'anima, tutta la sete di giustizia, di verità. La sua è una pittura di pensiero, di meditazione, di ispirazione, realistica, fortemente sentita dell'artista, ma oltre ad essere pittura di avvertimento è anche speranza.
M. Ferlani - Roma 1999
Ancora una volta Gianfranco Gatto, con un linguaggio surreal-simbolista, riesce nella difficile operazione di tradurre in immagini significative le proprie riflessioni. le proprie angosce e speranze, attraverso una scelta di simboli raffinati quali lo spazio cosmico smisurato e inqietante nel quale pare smarrirsi l'Uomo, costantemente presente in tutte le le opere, privo di volto perchè Gatto non rappresenta un uomo ma l'Uomo universalmente inteso
V.M. Laruccia - Taranto 1995
I suoi dipinti apprezzati in tutto il mondo racchiudono segreti da scoprire in una realtà naturale. Ricchi di colore artefici ben definiti pieni di tutta freschezza nelle sue composizioni, a captare l'entusiasmo di incontrare, spontaneità in un artista aperto ad osservare, percepire. Nulla è affidato al caso ma studiato, ragionato, preoccupandosi che ogni composizione rappresenti ciò che si vede o si intuisce.
P.G. Russo - Roma 1999
Fulcro delle proposte artistiche di Gianfranco Gattoè, sempre e comunque, l'uomo che si relaziona con la vita, gli altri uomini, il mondo nel contesto di una costante riflessione poetico.filosofica, originata a nostro avviso, dalla consapevolezza della sua personale appartennenza, frazione miliardesima, goccia nell'oceano, all'umanità.
G. Tellan - Roma 1998
...L'artista rappresenta se stesso in buona parte delle opere, riportando corpi umani attentamente modellati ma privi di arti e volti, ma il pessimismo non vince sulla vita condizionata dal dramma e dagli eventi. Nelle opere di Gianfranco Gatto la speranza conserva, pur marginalmente, uno spazio importante ed è supportata dall'invito alla meditazione che la quotidianeità tenta di impedire.
S. Catapano (Giornalista Rai) - Taranto, maggio 2008
Gianfranco Gatto sprigiona ogni personale forza espressiva attraverso le sue opere, in ciascuna delle quali colloca uno sprazzo di esistenza. Forse vissuta. Forse immaginata. Senz'altro "vista "con gli occhi pieni di curiosità.
D. Esposito - Taranto, 11 giugno 2008
La pittura di Gianfranco Gatto si inserisce nella corrente metafisica-surrealista di cui l'artista ha assimilato perfettamente gli stilemi linguistici e il riferimento capovolgendone i termini e piegandole così alle esigenze del suo mondo poetico realizzando nel contempo un operazione culturale ed artistica di notevole spessore.
M. Laruccia (critico d'arte) - Taranto, novembre 2006
Gatto si esprime per simbologie, azzarda metafore ardite, ne connota i significati e poi se ne discosta, per non smarrirsi in pedagogismi e in didascalici ammiccamenti.
L'artista rivendica la libertà di espressione, segnala e suggerisce riflessioni, non effettua proclami e lascia aperta la sua problematico al confronto e all'ampliamento della fruizione.
G. Amodio - 7àranto, 1996
L' arte, cerca sempre nuovi oltre, nuove colonne d'ercole da superare, che si dipanano quasi autonomamente, come flusso ininterrotto e magmatico di emozioni. A prescindere. Il quadro si costruisce da solo, aldilà e oltre. Anche oltre il trauma di un incidente. Anche oltre le difficoltà. La vita - dicono le tele di Gatto - non è un prima o un dopo, ma solo un durante.
M Pacciano (giornalista La Gazzetta del Mezzogiorno) - Dicembre 2007
Gianfanco Gatto sente il bisogno di spaziare su vasti orizzonti, per recuperare in pieno il senso della libertà, lo dimostra la sua scelta di stile, orientata alla metafisica e al surrealismo. Fanno capolino, chiaramente, tra le sue opere, Salvator Dalì e Giorgio De Cbirico, che forniscono le coordinate di una dimensione della pittura fatta di voli e sogni onirici.
S. Trevisano (giornalista Corriere del Giorno) - Maggio 1992