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Da "Avanguardie artistiche" - edizione 2007

La pittura di Gianfranco Gatto si inserisce nella corrente metafisica surrealista di cui l'ar­tista ha assimilato perfettamente gli stilemi linguistici e li usa sapientemente; tuttavia ha rielaborato le correnti artistiche di riferimento capovolgendone i termini e piegandole così alle esigenze del Suo mondo poetico realizzando nel contempo un' operazione culturale ed artistica di notevole spessore. Nel saggio del 1916 "Noi metafisici" De Chirico puntualizza che la parola "metafisica" non deve essere fraintesa e far pensare a ciò che si trova oltre le cose fisiche in una sorta di vuoto nirvanico; la metafisica é invece nelle cose fisiche, nel muti­smo degli oggetti reali, nella loro estraneità all'uomo-manichino che va interpretato come assenza dell'uomo a se stesso.Il surrealismo di Breton pone in valore i meccanismi percetti­vi immediati della coscienza umanaal sogno e la memoria, non supportati dalla ragione dia­lettica quindi esultando dalla logica del ragionamento. Sono questi presupposti che Gian franco Gatto contesta e capovolge. Egli non si arrende alla assenza del metafsico né vuole rinunciare al ragionamento ed all'intervento dell'artista nella Storia; infatti Gianfranco Gatto ha sviluppato la capacità di porci, mediante la metafora e il simbolo, dinanzi ai dram­mi del nostro tempo donandoci una autentica possibilità di riflessione su di essi.I manichi­ni di Gianfranco Gatto sono senza occhi né bocca né naso né orecchie, sono la personifica­zione dell'uomo universale a cui il potere toglie l'anima ovvero il volto; ma a ciò l'artista si ribella e con la sua coscienza critica addita gli orribili misfatti del potere: guerra, povertà, sfruttamento dell'uomo sull'uomo.Pur nella sua complessità, dalla pittura di Gianfranco Gatto possiamo enucleare alcune costanti che la caratterizzano. Lo spazio é cosmico, inquie­tante e misterioso in esso sono inseriti oggetti noti ma decontestualizzati affinché si cari­chino di un forte significato simbolico, ognuno di essi é visto da un proprio punto di vista così che nella loro contrapposizione ne venga esaltata la forza dialettica. Lo spettatore viene sbalzato fuori dalla realtà quotidiana, trascinato in una dimensione parallela fatta di atem­poralità che acuisce le percettività del fruitore nel cogliere l'ordine semantico fra i messag­gi che l'opera veicola.Costante iconografica della pittura di Gatto é la figura femminile opu­lenta e feconda, fonte della vita e del perpetuarsi della speranza di un futuro di felicità in eterna contrapposizione al potere e alle angosce che genera. Ma é la qualità coloristica della pittura di Gatto che la rende vitalistica, coinvolgente e comunicativa mediante l'uso di una vasta gamma deposti e lavorati sulla tela col naturale talento di un artista autentico".

 

Vito Mario Laruccia


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