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- Categoria: Le sfere
- Pubblicato: 25 Novembre 2013
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Impegno nella storia
Un giorno ho incontrato un demone: era lungo la mia strada che si snodava sugli altri costoni panoramici della mia vita. Camminavo solenne nei miei pensieri, ma lui mi raggiunse mettendomi paura. "Andiamo amico mio, ho da farti vedere dove non sei mai stato". Egli disse questo e, attraverso il suo cunicolo introspettivo, mi ritrovai nella sua strada infiammata di colori queruli. L'arte di Gianfranco Gatto è un volumetrico sogno del destino dell'uomo, che pretende il cammino degli astanti nelle espressionistiche tele chiazzate sulle pareti di storia. Egli non ammette esitazioni, sollecita curiosità fatali. Per questo io sono entrato nel mezzo dei suoi riflessi dell'anima.
Non sono tutti i pittori che parlano. Ci sono artisti che devi andarti a cercare nel quadro, rischi continuamente di perderlo nelle acrobazie metaforiche del gusto, vieni travolto dalla sua veemente passione. È probabile che si difenda, voglia sfuggirti. preferisce la commozione sia indecifrabile: rimanga asettica su tela. Molti sono indifferenti al fruitore che aspetta, alcuni sostengono la loro improponibilità a causa del misuro. Il mistero dell'arte!
Noti è il caso di Gianfranco Gatto (almeno per questa volta), perché quando gli parli tu capisci dove mira il suo messaggio preparato nel suo laboratorio di alchimie e idee perentorie. Lui è molto deciso, è caparbio nelle sue indagini spericolate, egli preferisce gestirsi la vita da un altro punto di vista: è la sua umanità che trionfa. E lo rende più grande. La sedia a rotelle gli serve per deviarci, vuole che non comprendiamo nulla di lui, che corre corre corre con le sue lunghissime gambe sulle strade asfaltate di noi uomini prigionieri dei nostri egoismi esistenziali. Mentre l'umanità intera è in casa, Gianfranco Gatto indaga nelle strade. nei sentieri, nelle vie, nelle piazze e afferra la storia dell'uomo.
Nella pittura di GATTO, mai classificabile, mai omologabile, mai noiosa c'è spazio per il mondo dei miti e degli eroi del nostro tempo. Il tutto ridondante di accenni lirici e speculazioni metafisiche. Si nuota nel blu delle allegorie e negli accesi toni che colorano la volontà dell'Uomo che costruisce la storia, la sua storia.
In certi profondi abissi prospettici, in alcune vertigini spaziali si ritrovano, nell'opera di Gianfranco Gatto, gli angosciosi vuoti del sogno. E proprio in quello spazio indefinibile ed evanescente sospeso tra la veglia e il sonno che nascono le intuizioni, i desideri, i presagi.
Taranto, maggio 1992
Walter Baldacconi
Direttore di Studio 100 tv