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Testimonianze 2

...L'artista rappresenta se stesso in buona parte delle opere, riportando corpi umani attentamente modellati ma privi di arti e volti, ma il pessimismo non vince sulla vita condizionata dal dramma e dagli eventi. Nelle opere di Gianfranco Gatto la speranza conserva, pur marginalmente, uno spazio importante ed è supportata dall'invito alla meditazione che la quotidianeità tenta di impedire.

S. Catapano (Giornalista Rai) - Taranto, maggio 2008

 

Gianfranco Gatto sprigiona ogni personale forza espressiva attraverso le sue opere, in ciascuna delle quali colloca uno sprazzo di esistenza. Forse vissuta. Forse immaginata. Senz'altro "vista "con gli occhi pieni di curiosità.

D. Esposito - Taranto, 11 giugno 2008

 

La pittura di Gianfranco Gatto si inserisce nella corrente metafisica-surrealista di cui l'artista ha assimilato perfettamente gli stilemi linguistici e il riferimento capovolgendone i termini e piegandole così alle esigenze del suo mondo poetico realizzando nel contempo un operazione culturale ed artistica di notevole spessore.

M. Laruccia (critico d'arte) - Taranto, novembre 2006

 

Gatto si esprime per simbologie, azzarda metafore ardite, ne connota i significati e poi se ne discosta, per non smarrirsi in pedagogismi e in didascalici ammiccamenti.

L'artista rivendica la libertà di espressione, segnala e suggerisce riflessioni, non effettua proclami e lascia aperta la sua problematico al confronto e all'ampliamento della fruizione.

G. Amodio - 7àranto, 1996

 

L' arte, cerca sempre nuovi oltre, nuove colonne d'ercole da superare, che si dipanano quasi autonomamente, come flusso ininterrotto e magmatico di emozioni. A prescindere. Il quadro si costruisce da solo, aldilà e oltre. Anche oltre il trauma di un incidente. Anche oltre le difficoltà. La vita - dicono le tele di Gatto - non è un prima o un dopo, ma solo un durante.

M Pacciano (giornalista La Gazzetta del Mezzogiorno) - Dicembre 2007

 

Gianfanco Gatto sente il bisogno di spaziare su vasti orizzonti, per recuperare in pieno il senso della libertà, lo dimostra la sua scelta di stile, orientata alla metafisica e al surrealismo. Fanno capolino, chiaramente, tra le sue opere, Salvator Dalì e Giorgio De Cbirico, che forniscono le coordinate di una dimensione della pittura fatta di voli e sogni onirici.

 

S. Trevisano (giornalista Corriere del Giorno) - Maggio 1992